Visita dell’Abbazia di Subiaco condotta dal Reverendissimo Signore Cosma Abbate Capponio, designato visitatore dallo eccellentissimo, e Reverendissimo Sig. Cardinale Carlo Barberino Abbate dell’anno 1671.

Nel giorno di Mercurio decimo di Agosto il reverendissimo Visitatore, allontanandosi di nuovo dalla terra di Subiaco raggiunse il Castello di Camerata, ed entrato nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria, e ivi adorato il SS. Sacramento dell'Eucarestia, osservò anche ciò che trovò conservato nella pisside d'argento e d'oro dentro il tabernacolo di legno dorato, e davanti allo stesso pende una lampada perennemente accesa a carico della Confraternita dello stesso nome.

Vide il Fonte Battesimale collocato nella parete destra della Chiesa, che è chiuso da un cancello di legno,e poiché quello è accessibile dall'ingresso della parte posteriore del sotto Coro, ordinò che fosse aperto dalla parte anteriore e chiuso nella parte posteriore, e che fosse collocata sopra il ciborio una statua di San Giovanni Battista.

Vide gli Oli Sacri dei Catecumeni, e il Crisma, che sono conservati in vasetti d'argento dentro il ciborio del battistero, insieme all'Olio degli infermi. Ordinò che il Sacro Olio degli infermi fosse riposto in una "fenestrella" da aprire nella parete vicino la porta della sacrestia, e che fosse provvisto di un panno di lino per detergere l'olio.

Controllò le Sacre Reliquie poste nell'Altare Maggiore, che sono conservate in teche di legno dorate, che non hanno autentici documenti, ma da antica tradizione sono esposte alla devozione del popolo.    La chiesa predetta ha una unica navata con pavimento di laterizi, ed è coperta da travature, dalla parte poi dell'Altare Maggiore è tutta coperta a volta ed è sostenuta da due colonne di pietra e si accede ad essa da due porte.                            In questa Chiesa vi sono otto altari.

L'Altare Maggiore, nel quale è esposto il Santissimo Sacramento, è sotto la volta, ha un ornamento di marmo dorato, ed è ben provvisto delle cose necessarie.

E' sorta su quell' altare la " Societas " del Santissimo Sacramento aggregata all'Arciconfraternita dello stesso nome di Santa Maria sopra Minerva dell'Urbe.        Ha un'entrata di 17 scudi circa di provenienza dai frutti dei fondi, e di un solo terreno. Suole anche raccogliere, questuando, 5 scudi circa ogni anno. Ha il compito di fornire l'olio per la lampada, e la cera per l'altare tutte le terze domeniche, e nelle più solenni festività dell'anno, e accompagna con le candele il Santissimo quando è portato in processione o è portato agli infermi.

Chiamati i Priori, conteggiate le sostanze, trovò un sopravanzo di tre scudi.

L'Altare dei Santi Bartolomeo, Egidio, e Antonio da Padova è vicino alla porta della sacrestia, ha le immagini di detti Santi con ornamenti di pietra, e colonne, ed è sufficientemente provvisto delle cose necessarie.        

E' costituito su di esso un beneficio con denominazione "clericatus", e ha il compito di servire la Chiesa nelle funzioni di minore importanza, ed è posseduto dal Sig. Cesare Panimollio di Subiaco nominato dall'Eccellentissimo Abbate Commendatario, ha in reddito annuo 25 scudi circa di provenienza dai frutti dei fondi, e nominò un sostituto da approvare dal Sig. Vicario Generale.

 

L'altare di Maria santissima della Pietà è ornato da stucchi, ed è sotto la volta con una statua dello stesso nome, ed è sufficientemente provvisto delle cose necessarie. L'altare di Sant'Antonio Abate è ornato da stucchi dorati, e per immagine la statua del Santo. Si attribuisce di diritto il Patronato alla famiglia de Grodini o Ventroni di detto Castello. Su di esso sono costituiti due benefici: uno sotto l'invocazione di San Giovanni Battista che è assegnato di diritto alla famiglia Ventroni con l'onere di una messa alla settimana; l'altro sotto l'invocazione di Sant'Antonio Abbate è attribuito alla libera contribuzione dell'eccellentissimo Abbate   con l'onere di tre messe la settimana.

Dei due benefici considerati in una unica soluzione fu nominato dall'Ecc.mo Cardinale Antonio Barberino il Sig. Filippo Marina di Subiaco assente alla presentazione dei successori di dette famiglie.

Poi considerati i vari diritti il Rev.mo Visitatore dichiarò che in verità i benefici sono due, come sopra, e ordinò che fosse informato il beneficiato dell'adempimento degli obblighi , e delle cose che si richiedono, come ha sentito.

L'altare di San Lorenzo è situato al lato del Vangelo dell'Altare Maggiore, ha l'immagine del Santo, ed è fornito di ogni cosa.

Ha un capitale di quattrocentoquaranta pecore, la cui rendita è utilizzato dai Priori a beneficio dell'altare e della chiesa. Visti i registri dell'amministrazione trovò che erano ancora nelle mani dei Priori 61:77 scudi.

Dai profitti poi di dette pecore si ottengono quarantotto scudi. 76 da richiedere ai giornalieri Particolari, come risulta dalle ricevute a disposizione dei Priori. La V. S.   R. ma avverso tutti questi debitori decretò e rilasciò un mandato.

L'Altare di San Giuseppe ha come immagine la rappresentazione della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, ed è assegnato alla famiglia Costantini, ed è sufficientemente provvisto delle cose necessarie. Su quello è stabilito un beneficio con il compito di aiutare il Parroco, ed il Patronato è assegnato di diritto alla famiglia, è posseduto dal Sig. Bernardino Fabrizi, che lo ottenne essendo stato presentato da detta famiglia, e preso in esame ed istituito dal Vescovo di Tivoli, in quel tempo Ordinario, dall'anno 1637 il giorno 5 di settembre con l'onere di celebrare tutti i giorni festivi e di precetto.

Ha come entrate circa quaranta scudi che derivano dal rendita dei terreni.

Ordinò che si predisponesse un libro, nel quale di mano del celebrante si descrivesse la soddisfazione con l'annotazione del giorno e del mese.                  L'Altare del SS. mo Rosario ha un quadro con l'immagine della Beata Maria Vergine con i misteri del suo Nome, ed è ornato da colonne di pietra finemente costruito, ed è sufficientemente provvisto delle cose necessarie.

E' fondata su di esso la Confraternita con lo stesso nome   aggregata a quella di Santa Maria sopra Minerva di Roma. Ha in entrata tre scudi dal pio lascito di Federico Ricardi, assegnati all'Arcipresbitero con l'obbligo di recitare pubblicamente il Rosario presso detto altare.

L'Altare dedicato a Santa Maria del Carmelo ha una immagine col medesimo nome, con ornamenti di stucco dorati, ed è provvisto sufficientemente di ogni cosa, tranne della pietra sacrale.

( Il Visitatore ) Ordinò che si provvedesse a ricoprirlo con una tela cerata, e si fissasse.

C'è un confessionale. Ordinò che ne fosse fatto un secondo, e su tutti e due si affiggesse una Bolla della Cena e che si aggiungesse una nota dei casi di spergiuro riservati in Giudizio.

Vide il pulpito dei predicatori, dal quale si ha la predica in ogni giorno di Quaresima, dal concionatore scelto dall'E. mo Abbate Commendatario a spese della Comunità per la somma di scudi quindici.

L'organo è collocato nella parte destra dell'ingresso della porta posteriore ed è conservato in modo pessimo. Ordinò alla comunità che fosse restaurato, e si provvedesse di un abile organista, e di un sacerdote per aiutare adeguatamente l'Arcipresbitero nella cura delle anime, e per il servizio del Ginnasio.

Ordinò anche di rimuovere le Arche dalla Chiesa, e di munire le finestre di telai di legno con tela, o con vetri.

Ordinò anche di dorare, e dipingere il Tabernacolo ligneo per l'Orazione delle quaranta ore.

E avuta notizia, che Don Damiano de Franciscis Arcipresbitero precedente avesse convertito in proprio uso la cotta della Chiesa, ordinò che si sequestrasse nelle mani di Santesi la somma di denaro spettante , con la quale si compri un'altra cotta per il servizio della Chiesa, al Sig. Don Damiano.

In detta Chiesa c'è l'obbligo di celebrare per conto del sig. Antonio Vendecti di Pereto per l'anima della genitrice Beatrice cinque messe in una qualunque settimana, e aveva in reddito annuo dodici scudi, provenienti dalle rendite dei terreni per qualunque Centenario in regione della somma di scudi cinquecento cinquanta, e precisamente scudi cinquecento dai debiti della comunità di Pereto, e cinquanta dagli eredi del genitore Marco Giordano della stesso Diocesi Marsicana, ma poiché i predetti terreni furono trascritti in ragione di tre scudi e mezzo per qualunque centenario, e le rendite di scudi cinquanta del genitore Marco Giordano non siano disponibili, perciò in forza del Breve di Alessandro Settimo di Beata memoria promulgato a Roma presso Santa Maria Maggiore il giorno 23 Luglio 1659 il predetto obbligo di cinque Messe fu ridotto a due Messe in qualunque settimana.

Ordinò di predisporre un libro, nel quale sia annotate le soddisfazioni di mano del Celebrante con l'annotazione del giorno e del mese.

Vide la Sacrestia, nella quale c'è un armadio con vari scomparti, nel quale sono conservate le Sacre suppellettili, delle quali è sufficientemente provvista .

Controllo i libri parrocchiali, che sono ben scritti secondo la forma del Rituale Romano.

Il campanile è situato sopra la parete posteriore della Chiesa, nel quale sono sistemate tre campane.

L'Arcipresbitero di detta Chiesa è il R. mo D. Federico Ricardi, che fu designato dalla Santa Sede nell'anno 1670 il giorno 16 Novembre. Ha un reddito annuo di sessanta scudi.

Ordinò che si insegnasse la Dottrina Cristiana , e per quanto riguarda argomenti di casi di coscienza si osservasse l'editto del Vicario Generale.

           I debitori poi delle sopradette confraternite, e i Priori contro i quali dal Sig. Vicario Generale fin dall'anno 1664 furono fatti dei decreti, e rilasciati dei mandati, sono trascritti.